Sito ufficiale del comitato Amici della Civica Orchestra di Fiati del Comune di Milano

Dal 1991 al 1995

La Repubblica 12 novembre 1993
Data Pubblicazione: 03-10-2009

Risparmi in si bemolle

Daverio suona il de profundis alla Banda Civica

Era stata zittita dal luglio scorso. Ora se ne annuncia, di fatto, lo scioglimento.
L'assessore alla Cultura Philippe Daverio suona il de profundis per la Banda civica.
«Il Comune si vede moralmente costretto ad agire con oculatezza circa le risorse economiche e l'equilibrato impiego di esse - annuncia per lettera l'assessore ai 30 professori d'orchestra della Banda - per cui dovrà essere studiata una soluzione alternativa che preveda un vostro diverso inserimento nell'organico comunale».
Insomma: basta dilettarsi a spese della municipalità con trombe, tromboni, clarini e sassofoni. Economizzare, si deve. E siccome, d'amblè, è piuttosto difficile ricollocare 30 musicisti di professione ad altre mansioni ecco che Daverio propone di contrattare la «mobilità» dei professori d'orchestra disoccupati: «Desidero preannunciarvi una convocazione per un incontro alla presenza del nuovo direttore di settore, Alberto Ferrari, e di quanti altri potessero inquadrare il problema per giungere ad una soluzione ottimale».
La Banda civica costa, a bilancio, circa due miliardi. Una cifra che la vicesindaco leghista Marisa Bedoni ha definito "inconcepibile" e che suona strana agli stessi orchestrali.
Al punto da insinuare dubbi su una simile spesa, e il sospetto che si voglia farne un pretesto per giustificare la soppressione del complesso.
«Siamo in trenta su un organico previsto di sessanta persone perché da anni non si fa il turn over, e il nostro stipendio medio si aggira sul milione e quattrocentomila al mese - dice uno dei musicisti - a me risulta che siano stati stanziati, a gennaio di quest'anno, 560 milioni di cui gran parte destinati all'assunzione di stagionali. Non credo che siano stati spesi tutti, visto che abbiamo lavorato soltanto fino a luglio e che in seguito ci hanno tolto qualsiasi possibilità di suonare».
La Banda civica è una istituzione storica del Comune: la sua fondazione risale al 1871. Gli anni di effettiva attività, però, sono "soltanto" ottanta, dato che durante il fascismo l'orchestra venne soppressa.
La sede della Banda è alla Palazzina Liberty: l'ex teatro occupato da Dario Fo e Franca Rame venne ristrutturato appositamente per ospitarla.
Per difendere l'esistenza dell'orchestra civica è sorto nei mesi scorsi un comitato «Amici della banda» che a più riprese si è rivolto, invano, al sindaco e a Daverio per ottenere lumi e rassicurazione sul destino del complesso e della Palazzina.
«Siccome c'era una cosa gratuita, e gradita, ai cittadini, i signori che occupano Palazzo Marino hanno deciso di sopprimerla - commenta con amarezza Gabriella Galleani, animatrice del comitato - Cosa faranno della Palazzina? E poi dove pensano di trasferire i musicisti? Li metteranno al Demanio, all'Urbanistica o a suonare la tromba davanti agli uffici del sindaco? È uno spreco di risorse, altro che un risparmio. Ed è anche un insulto alla storia della città. Alle tradizioni che si dovrebbero conservare gelosamente».
La vicenda della banda aggiunge l'ennesima polemica sull'operato di Daverio all'assessorato alla Cultura, sottoposto in questi giorni a un vero e proprio bombardamento di critiche.
La diatriba sulla qualità e il ruolo dei suoi consulenti si è arricchita di un nuovo elemento: l'esperto teatrale Paolo Redaelli risulta condannato, nel 1977, per l'emissione di assegni a vuoto. «Consulenze galeotte», commenta maramaldo il missino Riccardo De Corato.
Inoltre ieri i dipendenti del settore Cultura hanno dato fiducia, in assemblea, al consiglio di sede di via Marino 7. Con implicita riconferma della richiesta di dimissioni dell'assessore.

Ivan Berni


La Repubblica 12 novembre 1993

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