Fabrizio Dorsi novembre 2009 Data Pubblicazione: 21-12-2010
Le orchestre sono organismi affascinanti. Da un lato sono delle vere e proprie “macchine” per fare musica. La scelta degli strumenti che ne fanno parte, il loro numero, persino la loro disposizione sono il frutto di un affinamento che si è protratto nei secoli, per ottenere la più ampia ed efficace tavolozza di timbri a disposizione del compositore. Dall’altro però sono composte di esseri umani, e, in quanto tali, hanno le peculiarità di un organismo vivente. Per esempio, un’orchestra cambia continuamente una parte dei propri membri, ma mai tutti insieme, proprio come avviene con le cellule del nostro corpo, e può dunque mantenere una propria identità attraverso i decenni. Ogni orchestra ha un proprio carattere, che viene influenzato non solo dal carattere dei singoli componenti, ma da tantissimi altri fattori: il repertorio che viene suonato, la frequentazione dei diversi direttori, persino il luogo in cui si prova. Poche orchestre manifestano una duttilità come quella che si trova nella Civica Orchestra di Fiati di Milano. Questi musicisti (tutti professionisti, diplomati in conservatorio, è bene dirlo) vengono impiegati, per loro stesso compito istituzionale, nelle condizioni più disparate, ma sono sempre pronti, non appena si chiede loro di “fare musica”, a seguire un direttore che chieda loro una particolare attenzione al suono, al fraseggio, al carattere del brano che si sta suonando. Senza considerare due qualità che personalmente apprezzo molto: quella di praticare senza pregiudizi, ma con eguale professionalità i più diversi generi di musica (anche grazie alla incredibile quantità di esperienze qualificate di molti componenti) e quella di fare le cose sul serio, ma senza cedere alla tentazione di prendersi troppo sul serio.
Orchestras are fascinating organisms. On one hand they are veritable music-making “machines.” The number and type of instruments making them up, and even their physical layout, are the result of a process of refinement that has been going on for centuries, in order to produce the broadest and most effective palette of timbres available for the composer. On the other hand, an orchestra is made up of human beings, and therefore it has the characteristics of a living organism. For example, the components of an orchestra are constantly changing, but never all at once, just as happens with the cells of our body, and therefore it is capable of maintaining its identity over the space of decades. Each orchestra has its own character, which is determined not only by the characteristics of its individual components, but by many other factors: the repertoire that is performed, the presence of different conductors, and even the location for rehearsals. Few orchestras are as flexible as Milan’s Civica Orchestra di Fiati. These musicians (who, it should be said, are all professionals, with Conservatorio qualifications) perform in all sorts of contexts, as part of their institutional role. However they are always ready to work with a conductor who may ask them to pay particular attention to the sound, the phrasing, the character of the piece that they are playing, on all occasions on which they begin work on the task of “making music.” In addition, this Concert Band has two qualities that I particularly appreciate: they perform all types of musical genre (in part reflecting the incredible range of experience developed by many of the musicians) without any form of prejudice, and with a consistently professional approach; and they take their job very seriously, but without succumbing to the temptation of taking themselves too seriously.
Fabrizio Dorsi
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