La Repubblica, 5 luglio 2011 Data Pubblicazione: 08-07-2011
Riondino riscopre il Garibaldi letterato
05 luglio 2011 — pagina 16 sezione: MILANO
«SULLE tue cime di granito, io sento / Di libertade l' aura, e non nel fondo / Corruttor delle Reggie, o mia selvaggia / Solitaria Caprera. I tuoi cespugli / Sono il mio parco, e l' imponente masso / Dammi stanza sicura ed inadorna / Ma non infetta da servili». Il condottiero impavido in poncho e camicia rossa, il generale eroico che ha fatto il nostro Risorgimento, lo spirito libero, il gran viaggiatore, il cultore della bellezza femminile: di Garibaldi tutti credono di sapere (quasi) tutto. Ma è probabile che non siano in molti a conoscere anche la sua vena letteraria. Già, perché durante la convalescenza a seguito della ferita riportata sull' Aspromonte, per riempire le lunghe giornate oziose di riposo forzato l' eroe dei due mondi scrisse un poema autobiografico in endecasillabi sciolti che doveva raccontare le sue imprese, dalle guerre d' America a quelle d' Europa, dalla Pampa alla Sicilia. A rispolverarlo dall' oblio ci ha pensato nel 2007 (bicentenario della nascita di Garibaldi) David Riondino che ha messo il suo talento di eccentrico storyteller a servizio di questo bizzarra opera militare in versi. Nasce così Il poema di Garibaldi, ballata per voci recitanti e bande che Riondino ha ripreso in occasione dei 150° dell' Unità d' Italia e che presenta stasera in apertura della rassegna "Notturni in Villa". Con lui sul palco, Paolo Bessegato e la Civica Orchestra di Fiati di Milano.
- SARA CHIAPPORI
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