La Banda Civica e la ''Bella Gigogin'' Data Pubblicazione: 22-06-2009
Nonostante la nascita ufficiale della Banda rappresentativa di Milano (Corpo di Musica della Guardia Nazionale di Milano) risalga ufficialmente al 1859, già nell'anno precedente il Maestro Gustavo Rossari aveva fondato la Banda Civica che venne poi trasformata nella Banda della Guardia Nazionale. Di quel periodo si hanno notizie che sotto riportiamo. Era il 22 marzo del '48 e a Milano, da sotto le barricate a Porta Tosa, esce una bellissima ragazzina tremante per il freddo. E' vestita con giubbotto, stivaloni e una larga gonna. A chi le chiede il nome risponde: ''Gigogin'' (diminutivo piemontese di Teresina, Gigogin fra i cospiratori voleva dire anche ITALIA). Fuggita dal collegio e salita sulle barricate, riesce ad arruolarsi fra i volontari lombardi. Un giorno Manara le affida un messaggio urgente per La Marmora, il colonnello dei Bersaglieri. La sua felicità poi aumenta quando riesce ad ottenere un incarico ufficiale, vivandiera o cantiniera come solevasi dire per l'addetto allo spaccio. Conosce Mameli e fra i due scoppia un amore intenso, epico. Va in prima linea, a Goito soccorre e rifocilla le truppe. La sua fama esce dal battaglione dei lombardi di Manara e raggiunge i paesini più piccoli della pianura. Il suo coraggio la spinge dopo la prima sconfitta a percorrere le terre rioccupate, a cantare un ritornello ''Daghela avanti un passo'' (fate un passo a est verso l'oppressore). Il suo amore per Mameli non è solo sentimento, lo salva dalla polizia austriaca che lo pedina, inscenando in strada un happening di improperi e contumelie rivolte all'imperatore Ferdinando II (Francesco Giuseppe era solo erede, la sua corona arriverà a fine anno). Il ritorno in collegio è inevitabile, fugge di nuovo, ma tutti gli uomini del '48 sono a Roma con Garibaldi, stanno morendo sugli spalti della Repubblica. Il suo triste domani di fanciulla non le appartiene più, nessuno seppe mai il suo vero nome, se mai fosse veramente esistita. Si tramanda che questa canzone venne suonata per la prima volta la sera di San Silvestro, il 31 dicembre del 1858, al teatro Carcano di Milano. Era la vigilia della II guerra, quella che vedrà la prima unificazione, c’era una strana atmosfera, si dice, quella sera. Chi era già stato informato aspettava che arrivasse la mezzanotte con impazienza, chi no, lo capiva dal clima che serpeggiava nella sala gremita. Quando la Banda Civica, diretta dal maestro Gustavo Rossari, attaccò a suonare le note di quella Polka, musicata dal maestro Giorza, il pubblico comprese subito l’implicito messaggio contenuto: ''Per non, per non, per non mangiar polenta, Bisogna, bisogna, bisogna aver pazienza, lassala, lassala, lassala maridà''. Occorreva aver pazienza e attendere il consolidamento (matrimonio) dell’alleanza tra Vittorio Emanuele II e Napoleone III per poter marciare – daghela avanti un passo. La Banda dovette ripeterla per ben otto volte, poiché la gente, insofferente degli austriaci presenti, non smetteva di applaudire e cantarne il ritornello. Così alle quattro del mattino di quel capodanno quando la Banda si recò davanti al palazzo del viceré austriaco per il consueto omaggio d’inizio anno, una nutrita folla aveva seguito i musicisti e accompagnò col canto, quasi in un gesto di sfida e di ammonimento alle autorità austriache, l’esecuzione del ritornello della canzone. L'autore era sconosciuto, ma ne iniziarono a circolare decine di versioni e arrangiamenti. Le pubblicazioni Ricordi vengono presto sequestrate dal Governatore austriaco, si capì allora che la ''Bella Gigogin'' non era mai morta, la sua giovinezza non era sfiorita. Si disse che la canzone fu anche suonata e cantata durante la battaglia di Magenta il 4 giugno 1859, nella quale i francesi del generale Mac Mahon sbaragliarono gli austriaci del generale Giulaj. Alla banda militare austriaca, che come segnale d'attacco intonava ''La bela gigogin'', la banda degli Zuavi rispondeva col ritornello ''Dàghela avanti un passo''.
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